Giovani Universitari In Parlamento

Voto ai fuorisede, com’è andata?

Il 2024 è definito da molti come “l’anno più elettorale di sempre”: saranno infatti più di quattro miliardi le persone chiamate a recarsi alle urne in tutto il mondo. Le elezioni che coinvolgeranno il maggior numero di persone sono, in ordine cronologico, quelle in India, quelle per l’elezione del nuovo Parlamento Europeo, quelle nel Regno Unito e quelle negli Stati Uniti.

Come è noto, le elezioni che ci hanno riguardato più da vicino sono state quelle per il rinnovo del Parlamento Europeo, che hanno visto in Italia l’introduzione di una novità: la possibilità per gli studenti fuori sede di votare nel comune in cui si trovano per motivi di studio senza dover tornare nel comune di residenza.

Questa nuova procedura, introdotta dall’articolo 1-ter del decreto-legge 7/2024, è stata adottata in via sperimentale, in vista, forse, di una sua introduzione definitiva. In linea con i lavori già avviati dalla Commissione Fuorisede, analizziamo ora lo svolgimento pratico di questa sperimentazione che, già presente in varie forme in altri Paesi dell’Unione, era attesa da molti anni e ha creato grandi aspettative in Italia.

A detta di molti, tuttavia, la sua concreta attuazione non si è sempre dimostrata semplice e lineare, visto che molti studenti hanno riscontrato non poche difficoltà prima di poter esercitare il loro diritto di voto. Già nei mesi precedenti alla chiamata alle urne, i comuni hanno riscontrato notevoli ritardi nella ricezione delle indicazioni provenienti dal ministero, e si sono pertanto mossi in autonomia, creando inevitabili distorsioni ed inefficienze nelle varie aree del Paese.

Sappiamo, ad esempio, di studenti che hanno dovuto inoltrare più volte la domanda per votare da fuori sede: in un primo momento seguendo le indicazioni espresse dai comuni, successivamente, dopo la diffusione della circolare ministeriale, dovendosi adeguare alle modalità aggiornate e uniformate per tutti i comuni. Le principali criticità, tuttavia si sono registrate in occasione dell’ammissione al voto nel comune di domicilio temporaneo.

Secondo quanto previsto dalla normativa, infatti, dopo che il comune di residenza dello studente aveva comunicato al comune di domicilio temporaneo, ossia il comune di studio, la richiesta di ammissione al voto, il comune di domicilio doveva inviare allo stesso studente entro il 4 giugno un’attestazione dell’ammissione al voto. L’attestazione, oltre ad ammettere al voto nel nuovo comune, indicava il seggio specifico presso cui lo studente doveva recarsi. Nel caso in cui lo studente si trovasse nella stessa circoscrizione elettorale di residenza, il seggio assegnato era un normale seggio, come per gli altri residenti. Nel caso in cui residenza e domicilio dello studente ricadessero in due circoscrizioni elettorali diverse, allo studente sarebbe stato indicato un seggio speciale appositamente allestito presso il capoluogo di regione, e questo per alcuni avrebbe comunque comportato la necessità di uno spostamento, sebbene verosimilmente meno oneroso. Questo è stato il passaggio più critico.

Diversi comuni, infatti, sebbene avessero preparato in tempo gli attestati di ammissione al voto, non li avevano inviati agli studenti, che si sono trovati fino all’ultimo nell’incertezza. Ciò ha anche comportato il serio rischio che gli studenti fuori sede si vedessero negato il proprio diritto di voto, questo perché era stato stabilito che il comune di residenza, nell’inoltrare la richiesta al comune di domicilio, cancellasse temporaneamente l’elettore dalle proprie liste elettorali, per evitare che si potesse ripetere il voto. Nonostante le differenze tra i vari comuni e tutti gli imprevisti e i problemi che gli studenti fuori sede possono aver incontrato, possiamo comunque sperare che questa modalità sia implementata anche per le votazioni future.

Come fortemente auspicato dalla Commissione Fuorisede, questa eventualità potrebbe agevolare l’avvicinamento dei giovani alla politica, consentendo loro di decidere più consapevolmente del proprio futuro.

Secondo quanto previsto dalla normativa, infatti, dopo che il comune di residenza dello studente aveva comunicato al comune di domicilio temporaneo, ossia il comune di studio, la richiesta di ammissione al voto, il comune di domicilio doveva inviare allo stesso studente entro il 4 giugno un’attestazione dell’ammissione al voto. L’attestazione, oltre ad ammettere al voto nel nuovo comune, indicava il seggio specifico presso cui lo studente doveva recarsi. Nel caso in cui lo studente si trovasse nella stessa circoscrizione elettorale di residenza, il seggio assegnato era un normale seggio, come per gli altri residenti. Nel caso in cui residenza e domicilio dello studente