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La leadreship femminile alle europee: prospettive su violenza di genere, aborto e disparità salariale

Le elezioni parlamentari europee rappresentano un banco di prova per il ruolo della leadership femminile. La crescente presenza di donne nei vari partiti europei ha introdotto una nuova sensibilità su temi cruciali come la violenza di genere, le legislazioni sull’aborto e la disparità salariale. Queste tematiche devono essere centrali nel dibattito politico per garantire una base progressista nell’Unione.

A livello europeo, molte figure femminili influenti guidano la lotta contro la violenza di genere. Nel PPE, gruppo parlamentare più longevo e attuale gruppo di maggioranza, la lotta contro la violenza di genere è una priorità. Leader come Ursula von der Leyen, hanno spinto per un rafforzamento delle leggi contro la violenza domestica e di genere. Altre figure chiave del partito, come la vicepresidente Vozemberg-Vrionidi, la coordinatrice Fitzgerald e la vice Kokalari, sostengono l’implementazione di una direttiva europea che armonizzi le leggi nazionali per garantire una protezione uniforme alle vittime di violenza di genere, la creazione di rifugi sicuri e servizi di supporto psicologico.

Il gruppo S&D, con leader come Iratxe García, pone un’enfasi sull’educazione e la prevenzione, promuovendo campagne educative per combattere gli stereotipi di genere e programmi di riabilitazione per gli autori di violenza.

I Verdi, con figure come Keller, Bah Kuhnke e Hansen, propongono una visione olistica. Sottolineano l’importanza di affrontare le radici della violenza di genere attraverso politiche che promuovano l’uguaglianza e l’autonomia economica delle donne. Secondo i Verdi, tutti i paesi europei devono ratificare la Convenzione di Istanbul in via prioritaria. Sostengono inoltre la necessità di dati accurati e studi approfonditi per comprendere meglio le dinamiche della violenza di genere e sviluppare politiche più efficaci.

Per quanto riguarda il diritto all’aborto, il gruppo RE, con la sua presidente Valérie Hayer, promuove il diritto all’aborto sicuro e legale come parte dei diritti fondamentali. Chiedono una standardizzazione delle leggi sull’aborto in tutta l’Unione Europea, garantendo che tutte le donne abbiano accesso a servizi sicuri e legali senza stigmatizzazione. Supportano anche la creazione di un fondo europeo per migliorare le infrastrutture sanitarie relative all’aborto.

Nel gruppo ECR, la questione dell’aborto è trattata con cautela. Le leader femminili in questo gruppo, come Beata Szydło e Veronika Vrecionová, adottano una posizione più conservatrice, sottolineando la sovranità nazionale in materia di leggi sull’aborto. Tuttavia, riconoscono l’importanza di garantire cure sanitarie adeguate e propongono programmi di supporto per la maternità.

Il gruppo GUE/NGL, composto da 26 donne e 26 uomini, sostiene fermamente il diritto delle donne di scegliere e propone l’abolizione di tutte le restrizioni sull’aborto. Promuovono campagne di sensibilizzazione e programmi educativi per garantire che le donne siano informate sui loro diritti. Chiedono anche sanzioni contro i paesi che non rispettano i diritti riproduttivi delle donne.

Sulla disparità salariale e la partecipazione delle donne al mercato del lavoro, il PPE ha promosso numerose iniziative per ridurre la disparità salariale attraverso la trasparenza salariale. Sostengono politiche che incentivano le aziende a favorire la parità di genere, come la promozione delle donne in posizioni di leadership e l’adozione di misure per bilanciare vita lavorativa e familiare.

Il gruppo S&D propone invece un piano d’azione europeo per l’uguaglianza salariale, spinge per l’introduzione di un salario minimo europeo e di misure per combattere la segregazione occupazionale di genere. Propone anche incentivi fiscali per le aziende che adottano politiche di parità di genere e programmi di formazione per aumentare la partecipazione delle donne nei settori STEM.

I Verdi/ALE sostengono la necessità di un cambiamento strutturale: promuovono la riduzione dell’orario di lavoro e la creazione di una settimana lavorativa più flessibile per facilitare a conciliazione tra vita privata e professionale. Sostengono inoltre politiche che favoriscano il congedo parentale retribuito e paritario per entrambi i genitori.

In Italia, tre leader femminili sono emerse come rappresentanti influenti nei loro rispettivi partiti. Elly Schlein, segretaria del PD, rappresenta una voce progressista all’interno del gruppo S&D. Sotto la sua leadership, il PD è diventato la prima delegazione nel gruppo dei Socialisti Ue.

Giorgia Meloni, presidente del consiglio e leader di Fratelli d’Italia, assume una posizione conservatrice. All’interno del gruppo ECR, la visione di Meloni si focalizza sulla protezione della famiglia tradizionale e sul supporto alle madri lavoratrici. Ilaria Salis, esponente chiave di AVS, si distingue per il suo impegno sulla disparità salariale e la partecipazione delle donne al mercato del lavoro.

In conclusione, le elezioni parlamentari europee si presentano come un’opportunità unica per mettere in luce il crescente ruolo delle donne nella politica e la loro capacità di influenzare temi cruciali. Le principali esponenti dei gruppi stanno dimostrando come una leadership inclusiva possa portare a un cambiamento significativo e positivo. Il loro impegno e le loro visioni arricchiscono il dibattito politico, offrendo soluzioni innovative e prospettive diverse che mirano a migliorare la condizione delle donne in Europa. Questo movimento verso una maggiore rappresentanza femminile promette di portare avanti un’agenda più equa, inclusiva e più che mai necessaria.