Il tema della condizione femminile è sempre stato al centro del dibattito sociale, e l’8 marzo di ogni anno si celebra la Festa della Donna come occasione di riflessione e sensibilizzazione su vari aspetti legati alla parità di genere. Non solo per celebrare i diritti già conquistati, ma anche per individuare le sfide ancora da affrontare. La festa ha radici storiche che risalgono al XX secolo [1] e, sebbene non tutti i suoi obiettivi siano stati ancora raggiunti, si possono osservare passi significativi verso una maggiore parità e un’integrazione sempre più inclusiva. In questo contesto, risulta essenziale analizzare i progressi fatti, le problematiche ancora in atto e come l’Italia e l’Unione Europea stiano affrontando queste sfide, spesso con soluzioni concrete e propositive.
La parità di genere
L’8 marzo non è solo una celebrazione, ma anche un’occasione per fare il punto sui diritti delle donne, un ambito in cui l’Europa ha fatto notevoli progressi negli ultimi decenni. La giornata internazionale della donna è stata ufficializzata nel 1910 durante la Conferenza Internazionale delle Donne di Copenaghen, ed è ancora oggi un momento di riflessione globale. In molti paesi, inclusa l’Italia, si è fatto molto per promuovere una maggiore inclusione femminile nelle posizioni di potere. Secondo i dati più recenti, nel 2024 il 21,3% dei membri degli organi decisionali in Italia è composto da donne, un segno di come stia crescendo la partecipazione femminile nella politica e nell’economia [2]. Questo è sicuramente un passo positivo, sebbene la parità sia ancora lontana.
L’Italia e l’Unione Europea stanno mettendo in atto politiche e leggi per supportare la parità di genere, anche nel mondo del lavoro. Ad esempio, l’adozione di misure per ridurre il divario retributivo tra uomini e donne è uno degli obiettivi prioritari. Infatti, nel 2024 è stato registrato un abbassamento del gender pay gap (differenziale retributivo di genere). Tale indice è pari al 5,6% e indica differenza percentuale tra la retribuzione oraria media di uomini e donne rapportata a la retribuzione oraria degli uomini. Il gender pay gap tende ad ampliarsi tra i laureati (16,6%) e i dirigenti (30,8%) [2]. Questo fenomeno non è esclusivamente italiano, ma interessa molti Paesi, e proprio per questo l’UE ha promosso diverse iniziative volte a garantire uguali opportunità in ambito lavorativo. A fronte di questo, si può osservare un incremento del numero di donne che ricoprono ruoli di leadership nelle imprese, con una crescente presenza nel settore dei servizi, che nel 2021 rappresentava il 30,0% del totale degli imprenditori [3].
Nonostante i progressi, alcune aree rimangono critiche. Un’ulteriore attenzione va posta sul miglioramento delle politiche di conciliazione vita-lavoro. Il tasso di occupazione delle donne con figli piccoli è ancora inferiore rispetto a quello delle donne senza figli, il che testimonia le difficoltà di conciliare carriera e maternità, un ambito in cui sono necessari ulteriori miglioramenti [2].
Le violenze di genere: dalla consapevolezza all’azione
Un altro tema centrale della Giornata Internazionale della Donna è la violenza di genere, un fenomeno che purtroppo continua a segnare la vita di milioni di donne in tutto il mondo. Ogni anno, eventi come quello organizzato dall’associazione “TutteXUna”, che ha visto donne vittime di violenza raccontare le loro esperienze, fungono da richiamo alla necessità di continuare a sensibilizzare e a combattere contro ogni forma di violenza. Una violenza non si limita agli abusi domestici ma si estende anche a discriminazioni sul posto di lavoro, violenza economica e, in alcuni casi, alla violenza psicologica che nasce in contesti di relazioni tossiche o di dipendenza.
In Italia, la lotta contro la violenza di genere è supportata da numerosi strumenti normativi. Il numero nazionale antiviolenza 1522, attivo dal 2007, è un supporto fondamentale per le donne in difficoltà, che possono rivolgersi a questo servizio per ricevere supporto immediato, informazioni sui centri anti-violenza e assistenza legale. Negli ultimi anni, le chiamate valide al 1522 sono aumentate, con un incremento del 83,5% (17.880 chiamate totali) nel primo trimestre del 2024 rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente [4]. L’aumento è dovuto principalmente per informarsi sul tipo di servizio che viene erogato dalla helpline (raddoppiati rispetto al 2023), per informarsi sui centri anti-violenza (+121,2%) o ancora per ottenere chiarimenti sugli strumenti normativi di tutela delle vittime di violenza (+96,8%) [4].
Questo aumento nell’informazione da parte dei cittadini indica un’incremento della sensibilizzazione rispetto al tema, ma è anche doveroso notare come tra i motivi che inducono le vittime a chiedere aiuto lo stalking registra un forte aumento, mentre tra i due trimestri del 2024 decrescono sensibilmente le chiamate che segnalano un caso di violenza: sono 374 contro le 680 del primo trimestre [4].
Per questo ed altri motivi, è fondamentale che continui la sensibilizzazione a livello globale, affinché queste donne non siano più sole. La diffusione dei servizi di supporto e la creazione di un network di protezione in tutta Italia sono passi concreti che hanno migliorato la capacità di risposta delle istituzioni. Inoltre, il lavoro delle organizzazioni non governative e dei volontari ha contribuito a fornire una rete di supporto fondamentale per le vittime più vulnerabili.
La violenza economica, che coinvolge anche molte donne in situazioni di povertà o senza casa, come nel caso delle “donne clochard”, è un altro ambito che richiede attenzione. Numerose di queste donne, spesso con un passato segnato da violenza fisica o psicologica, restano segnate da tali abusi faticando a uscire da un circolo vizioso di diffidenza verso il prossimo. Le misure che mirano a sostenere queste donne attraverso programmi di reintegrazione sociale e lavorativa, come quelli attivi in molte città italiane, sono fondamentali per aiutarle a ricostruire la propria vita e a riacquistare autonomia.
Il futuro delle donne in Italia e nell’UE
Nonostante i progressi evidenti, le sfide per le donne in Italia e in Europa non sono ancora concluse. I femminicidi, per esempio, continuano a rappresentare una realtà dolorosa. Nel 2023 si sono verificati 334 omicidi (+3,7% rispetto al 2022): 117 donne e 217 uomini. L’aumento ha riguardato soltanto le vittime di sesso maschile (+10,7% rispetto al 2022), mentre le donne uccise sono diminuite (-7,1%) [5]. Su questo fronte l’Italia sta facendo progressi. La legge contro il femminicidio, approvata nel 2013, è un passo importante, ma è necessario che venga implementata con maggiore efficienza e che si lavori su una prevenzione ancora più mirata. I dati dell’ISTAT mostrano come, nei casi in cui si è scoperto l’autore, l’88,9% delle donne e l’80,6% degli uomini siano vittime di un omicida uomo [5].
Inoltre, l’Italia è in prima linea nell’iniziativa dell’UE di supportare le donne vittime di violenza e tratta attraverso la creazione di rifugi sicuri, programmi di sostegno psicologico e legale, e campagne di informazione. La collaborazione tra le istituzioni italiane e le organizzazioni internazionali ha permesso di creare una rete di protezione per le donne vittime di tratta e abuso, sebbene la lotta alla tratta di esseri umani resti una delle sfide più grandi a livello europeo.
In definitiva, la situazione delle donne in Italia e nell’UE sta migliorando anche grazie all’impegno delle istituzioni, ma è fondamentale non abbassare la guardia e continuare l’opera di sensibilizzazione. Il miglioramento delle politiche di pari opportunità, la lotta alla violenza di genere, la promozione di un’occupazione più equa e il sostegno alle donne vulnerabili sono tutti ambiti in cui occorre continuare a lavorare con impegno e determinazione, ricordando che ogni passo avanti è un successo per l’intera società. Come disse Maya Angelou «ogni volta che una donna lotta per se stessa, lotta per tutte le donne» ed è per questo che ogni occasione di testimonianza deve essere sempre colta con speranza verso un futuro sempre migliore.
Fonti:
[1] Focus, Storia 8 marzo: storia e origini della Giornata internazionale della donna
[2] Istat, Giornata internazionale della donna – 8 marzo 2025 in infografiche
[3] Istat, Donne imprenditrici
[4] Istat, Il numero di pubblica utilità 1522: dati trimestrali del I e II trimestre 2024
[5] Istat, Le vittime di omicidio – Anno 2023