Giovani Universitari In Parlamento

Il problema delle milizie private negli Stati Uniti

Sono passati ormai 4 anni dall’attacco a Capitol Hill avvenuto il 6 gennaio 2021, un evento che fece tremare la democrazia americana come non era mai successo prima. Non si trattò di una bravata tentata da alcuni estremisti ma il risultato di una crisi molto profonda e radicata nel tessuto socio-culturale statunitense. Sono molti i problemi che gli USA stanno affrontando in questo momento della loro storia ma quello che a noi interessa in questa sede è la presenza di milizie private sul suolo nordamericano.

Una genesi del II Emendamento

Partiamo da un dato di fatto. Per noi italiani, è molto difficile capire cosa significhi per uno statunitense il II Emendamento [1]. Ci sembra assurdo, se non addirittura folle, che un cittadino possa acquistare e possedere un’arma senza alcun tipo di controllo. In realtà, se chiedessimo a un qualunque americano il suo pensiero al riguardo, ci direbbe che si tratta di un esercizio della sua libertà personale. Com’è possibile?

Per rispondere, dobbiamo fare un piccolo salto nel passato, alla fine XVIII secolo. Nel 1783 i neonati Stati Uniti d’America si erano appena liberati dal giogo britannico dopo 8 anni di sanguinose lotte. Come è noto, si crearono due fazioni, federalisti e antifederalisti. I primi erano favorevoli a un governo centrale forte, gli altri temevano che la carica di presidente, all’epoca una novità, potesse evolversi in una monarchia. Il dibattito fu vinto dai federalisti ma i loro avversari pretesero delle garanzie specifiche riguardo alle libertà e ai diritti personali per limitare il potere del governo. Nacque così lo United States Bill of Rights comprendente i primi 10 emendamenti alla Costituzione. Tra questi vi era il tanto controverso 2° Emendamento che, grazie alla legalizzazione delle armi da fuoco, permetteva ai cittadini di difendersi in autonomia non solo da eventuali abusi del governo ma anche dai pericoli della frontiera.

Dobbiamo quindi pensare che, quando vediamo un cittadino statunitense di oggi con il suo fucile, stiamo in realtà guardando l’erede dei pionieri dello stato nordamericano. Non è un delirio di onnipotenza a motivare queste persone ma la convinzione che, senza armi da fuoco, si è vulnerabili alle minacce esterne. Se così stanno le cose, allora l’attacco a Capitol Hill appare più comprensibile. Non fu un momento di follia collettiva ma la “naturale” reazione di un cittadino statunitense che sentì la sua autonomia minacciata dal neoeletto governo federale.

Le milizie private e Charlottesville rally

Non basta però solo l’analisi dell’emendamento per comprendere il motivo di quell’attacco e il perché (probabilmente) si ripeterà, in forma diversa o uguale, in futuro. Dobbiamo indagare la matrice politica di quei gruppi che assaltarono il cuore della democrazia americana. Oathkeepers, Proud Boys, Neo-confederates sono solo alcuni nomi dei protagonisti del 6 gennaio e sono tutti provenienti dallo stesso schieramento politico di estrema destra [2]. Ed è qui che tocchiamo il cuore di questo articolo: quando hanno avuto origine questi gruppi e perché sono tanto pericolosi?

Un evento che più di tutti può aiutarci a rispondere a questa domanda è la “Charlottesville Rally” o “Unite the right” Rally [3]. Questa fu una manifestazione avvenuta ad agosto 2017 a Charlottesville, in Virginia, avente due obiettivi: in primo luogo, impedire la prevista rimozione di una statua di Robert E. Lee, generale delle forze sudiste, da un parco nel centro della città; in secondo luogo, riunire vari gruppi di estrema destra in una coalizione politico-ideologica. Un evento che, se visto a così tanti anni di distanza, può sembrare insignificante ma che in realtà è cruciale per comprendere un tratto che si rivelerà fondamentale per gli eventi del 6 gennaio 2021: l’ossessione dell’estrema destra di creare organizzazioni paramilitari.

La violenza politica non è nuova nello stato nordamericano. Possiamo, ad esempio, menzionare i vari linciaggi avvenuti nel Profondo Sud nel secondo Ottocento, soprattutto a danno degli afroamericani dopo l’abolizione della schiavitù [4]. Quella fu certamente violenza ma non era né organizzata né diffusa come quella odierna. Unite the right rally è espressione di una tendenza nuova che non ha precedenti negli USA. E il fatto allarmante è che non accenna a diminuire. L’attacco a Capitol Hill non ebbe come obiettivo fermare la rimozione di una statua ma qualcosa di più grave: ostacolare il quieto passaggio di consegne al nuovo presidente Joe Biden. Quell’attacco ispirò poi i bolsonaristi a tentare qualcosa di simile in Brasile a inizio 2023 [5].

Il ruolo di QAnon

QAnon rappresenta un altro fattore fondamentale in questo senso perché, attraverso i social media, non fa altro che instillare e alimentare idee riguardo complotti segreti che minacciano l’american way of life [6]. Strettamente legata a QAnon vi sono infatti milizie private come i First Amendment Pretorians [7] che hanno partecipato direttamente all’attacco a Capitol Hill. QAnon fa parte di un mondo cospirazionista figlio di Internet e della crescente sfiducia nelle istituzioni americane [8][9], causata anche dell’enorme segretezza vigente in certi apparati statali [10].

Trump è consapevole di questo malcontento diffuso ed ha sfruttato il complottismo diffuso da QAnon [11]. Per evitare di essere avvicinato al Deep State, ha deciso di desegretare tutti i dossier sugli assassini dei fratelli Kennedy e di Martin Luther King [12]. Questo atto fa parte del tentativo, ben riuscito, del tycoon di apparire come il paladino della verità e l’avversario di ogni forma di censura. Si pensi anche all’app “Truth Social” creata dalla Trump Media and Technology Group per “dare voce a tutti e combattere contro le Big Tech” [13].

Inoltre The Donald ha voluto “esprimere la sua gratitudine” ai suoi sostenitori concedendo la grazia ai rivoltosi del 6 gennaio [14]. Questi trumpisti ortodossi sono infatti importanti per la propaganda del neopresidente perché rappresenterebbero le ennesime vittime (incluso lui stesso) di un presunto Stato profondo, efficacemente rappresentato da un sistema di smistamento delle cariche pubbliche nell’area democratica, a cui Trump ha dichiarato guerra numerose volte in campagna elettorale [15].

Un compito sacro

Questi sostenitori di Trump, come tanti altri americani prima di loro (non solo di area repubblicana), sono figli di una forte pedagogia che li fa sentire investiti di una missione sacra. Nel caso in quesione tale missione può essere intesa come tanto antica quanto la storia degli stessi Stati Uniti: difendere la propria libertà a qualunque costo. Si potrebbe dire che il metus hostilis di sallustiana memoria, vale a dire l’impressione di essere costantemente sotto attacco, sia una costante nella psicologia collettiva degli Yankees. Si tratta di quello “stile paranoide nella politica americana” [16] che lo storico Hofstadter aveva già individuato nel 1964.

Perfino l’NRA (National Rifle Association of America), la società che agisce in favore dei detentori di armi da fuoco, sente di far parte di questa battaglia in difesa della democrazia quando, sul suo sito internet, scrive: “la National Rifle Association è la più antica organizzazione americana per i diritti civili. Insieme ai nostri oltre cinque milioni di membri, siamo orgogliosi difensori dei patrioti della storia e diligenti protettori del Secondo Emendamento” [17]. In maniera non diversa, gli Oathkeepers, uno dei gruppi responsabili dell’attacco del 6 gennaio, nelle loro cerimonie di iniziazione molto simili ai giuramenti fatti nell’esercito e nella polizia, “si impegnano a sostenere e difendere la Costituzione degli Stati Uniti contro tutti i nemici, stranieri e nazionali” [18].

Conclusioni

Non serve aggiungere altro per capire quanto siano pericolosi per la democrazia americana simili gruppi (e le loro ideologie), specialmente se messi in relazione alla recente notizia del ritorno delle lettere di corsa per autorizzare “società di sicurezza private o civili appositamente addestrati a intercettare le operazioni dei cartelli, in particolare quelle che coinvolgono spedizioni di droga o traffico di esseri umani attraverso i confini” [19]. Ricordiamo che tra i 100 ordini esecutivi emessi dal presidente nel suo primo giorno d’insediamento è inclusa la designazione dei cartelli della droga messicani come organizzazioni terroristiche [20] contro le quali gli Usa si riservano il diritto di intervenire dai tempi della dottrina Bush.

Ora che il quadro è più chiaro, ci si potrebbe chiedere: cosa importa a noi del Vecchio Continente se gli USA piomberanno in una nuova guerra civile? Per quanto l’America possa sembrare lontana, geograficamente parlando, non c’è dubbio che il destino dell’Europa sia legato a doppio filo a quello dello Zio Sam. L’Europa è piena di epigoni di Trump che lo vedono come un modello da emulare, come un novello San Giorgio che lotta, in difesa della vera democrazia, contro il potente drago rappresentato da diverse lobbies di stampo liberista.

Se i gruppi di estrema destra statunitensi compissero un coup d’état per mantenere al potere il loro pupillo per un terzo mandato (concetto che Trump stesso ha più volte menzionato [21]), anche i loro “cugini” europei potrebbero pensare di “fare come in America”. La minaccia è concreta e non deve essere sottovalutata. Il futuro sviluppo politico dell’Occidente dipende in gran parte dalla politica interna degli USA, che ci piaccia o no, ed è per questo che è così importante prestare attenzione alle cronache d’oltreoceano.



[1] «Essendo necessaria alla sicurezza di uno Stato libero una ben organizzata Milizia, il diritto dei cittadini di detenere e portare armi non potrà essere violato»

[2] https://www.voanews.com/a/2020-usa-votes_researchers-more-dozen-extremist-groups-took-part-capitol-riots/6200832.html

[3] https://time.com/charlottesville-white-nationalist-rally-clashes/

[4] https://web.archive.org/web/20100629081241/http://www.law.umkc.edu/faculty/projects/ftrials/shipp/lynchingsstate.html

[5] https://www.theguardian.com/world/2023/jan/08/jair-bolsonaro-supporters-storm-brazils-presidential-palace-and-supreme-court

[6] https://www.csis.org/blogs/examining-extremism/examining-extremism-qanon

[7] https://edition.cnn.com/2021/11/24/politics/first-amendment-praetorian-january-6-subpoena/index.html

[8] https://news.gallup.com/poll/508169/historically-low-faith-institutions-continues.aspx

[9] https://www.bloomberg.com/graphics/2024-opinion-trust-government-science-religion-business-decreasing/

[10] https://www.scientificamerican.com/article/state-secrecy-explains-the-origins-of-the-deep-state-conspiracy-theory/

[11] https://www.thedailybeast.com/evangelicals-trump-worship-looks-more-like-qanon-every-day/

[12] https://apnews.com/article/trump-jfk-mlk-rfk-assassination-files-e92f89d694eb55c595175f71a72cb5bc

[13] https://www.reuters.com/world/us/former-us-president-donald-trump-launches-new-social-media-platform-2021-10-21/

[14] https://www.bbc.com/news/articles/cjw4vjvlgxpo

[15] https://www.citizensforethics.org/reports-investigations/crew-investigations/trump-has-said-he-wants-to-destroy-the-deep-state-56-times-on-truth-social/

[16] Hofstadter, Richard. The paranoid style in American politics. Vintage, 2012.

[17] https://home.nra.org/

[18] https://www.bbc.com/news/world-us-canada-63013702

[19] https://www.foxnews.com/politics/mike-lee-floats-allowing-private-parties-target-drug-cartels-profit

[20] https://www.npr.org/2025/01/24/g-s1-44644/trump-drug-cartels

[21] https://www.nytimes.com/2025/02/10/us/politics/trump-third-term.html

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