Una rappresentanza di Giovani Universitari in Parlamento ha partecipato al secondo Concerto del Giubileo che si è tenuto domenica 3 novembre 2024 presso l’Auditorium di Via della Conciliazione. La serata ha avuto come fulcro l’esecuzione della Quinta Sinfonia di Dmitrij Šostakovič, interpretata dall’Orchestra dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia e diretta dal Maestro Jader Bignamini. Questo concerto, organizzato dalla Prima sezione del Dicastero per l’Evangelizzazione, rappresenta il terzo appuntamento della rassegna «Concerti del Giubileo – Armonie di Speranza», un’iniziativa ideata per preparare spiritualmente e culturalmente al prossimo Anno Santo.
La scelta di includere l’opera di Šostakovič all’interno di una rassegna incentrata sulle “Armonie di Speranza” è particolarmente significativa. La sinfonia, composta nel 1937, riflette in modo potente il tema della resistenza e della speranza di fronte alle difficoltà e alle sofferenze umane. Come spiegò lo stesso Šostakovič, «Il tema della mia Sinfonia è lo sviluppo dell’individuo. Ho considerato come idea centrale dell’opera (…) l’uomo con tutte le sue sofferenze (…)». Un messaggio che risuona anche tra le nuove generazioni, attente a riconoscere nelle note musicali non solo una bellezza estetica, ma anche un profondo significato esistenziale.
La serata ha registrato una nutrita partecipazione di giovani, tra cui numerosi studenti universitari, attratti dal messaggio universale della sinfonia e dall’eccellenza musicale dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia, una delle istituzioni più antiche e prestigiose del mondo musicale europeo. Fondata nel 1585 da Sisto V, l’Accademia vanta un’orchestra riconosciuta per la sua qualità e per la versatilità interpretativa, che ha dato vita ai quattro movimenti della Quinta Sinfonia coinvolgendo il pubblico in un’esperienza intensa e riflessiva.
La riflessione proposta dai Giovani Universitari in Parlamento si è incentrata sul significato del “percorso individuale” espresso nella sinfonia di Šostakovič, un tema che risuona particolarmente tra i giovani. L’idea di “armonizzare” speranza e sofferenza è stata interpretata come un invito a riflettere su come la musica possa essere uno strumento di crescita personale e collettiva, capace di ispirare resilienza. In un’epoca complessa, segnata da incertezze sociali e ambientali, i giovani hanno visto in quest’opera un’esortazione alla perseveranza, un messaggio senza tempo che suggerisce come la bellezza dell’arte possa guidare verso una rinnovata speranza.
L’evento ha offerto quindi ai giovani un momento di confronto culturale e di riflessione profonda, rinforzando il valore della musica non solo come espressione artistica ma anche come simbolo di resistenza e fede nel futuro.